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YouTube arriva il pulsante “Hide” per le end screen

  • Immagine del redattore: Matteo Sallustio
    Matteo Sallustio
  • 29 set
  • Tempo di lettura: 4 min

YouTube ha ufficialmente introdotto un piccolo ma significativo controllo per gli spettatori: la possibilità di nascondere le end screen tramite un pulsante "Hide" che appare nell'angolo in alto a destra del player quando le end screen compaiono. Il cambiamento, già testato nei mesi scorsi, è ora in roll-out globale e si affianca alla rimozione del pulsante "Subscribe" che compariva al passaggio del cursore sulla watermark del video su desktop. Secondo quanto comunicato dalla piattaforma, si tratta di aggiornamenti pensati per migliorare l’esperienza di visione, senza compromettere le possibilità dei creator di utilizzare gli strumenti disponibili.

youtube scene finali

Cosa cambia per lo spettatore

Con il nuovo pulsante "Hide" lo spettatore può eliminare dall’inquadratura gli overlay che appaiono negli ultimi secondi del video: i classici inviti come "Up next" o i suggerimenti per altri video non saranno più inevitabili. L’azione è puntuale e temporanea: la scelta di nascondere l’end screen vale solo per il video in riproduzione e non si applica come impostazione permanente a tutti i contenuti. Per riportare gli elementi sullo schermo sarà sufficiente toccare il pulsante "Show". Sulla versione desktop, poi, sparisce il pulsante di iscrizione che compariva passando il cursore sulla watermark del canale: una scelta di semplificazione dell’interfaccia, giustificata dalla presenza del pulsante "Subscribe" già collocato sotto il player.

Impatto sui creator: numeri e primi segnali

YouTube non nasconde i dati raccolti durante i test: l’azienda ha valutato l’impatto e comunica che la possibilità per l’utente di nascondere le end screen ha comportato una riduzione delle visualizzazioni provenienti da quei link inferiore all’1,5% nel test globale su mobile svolto tra marzo e luglio 2025. Analogamente, la funzione hover-to-subscribe collegata alla watermark generava meno dello 0,05% delle nuove iscrizioni, secondo un’analisi interna aggiornata al 2 giugno 2025. In sintesi, i numeri riportati da YouTube segnalano che gli effetti diretti sulle metriche di performance dovrebbero essere marginali.

Cosa significa per l'algoritmo e per la distribuzione dei video

La comunicazione ufficiale di YouTube suggerisce che non ci si attenda un impatto significativo sulle metriche chiave o sul comportamento dell’algoritmo. Se si interpreta il dato oggettivo, una perdita inferiore all'1,5% per le visualizzazioni dovute agli end screen, il cambiamento resta più funzionale all’esperienza utente che a una ridefinizione della logica di raccomandazione. Tuttavia, ogni variazione nell’interfaccia che modifica il punto di accesso ai contenuti correlati porta con sé piccole ricadute strutturali: le click-through e le conversioni che prima transitavano dagli end screen possono risultare redistribuite verso altre sorgenti (schede, suggeriti nel feed, o link dentro la descrizione). Per questo motivo la strategia dei creator dovrebbe guardare alle metriche in modo granularmente diverso: non tanto temere una rivoluzione algoritmica, quanto monitorare e ottimizzare il mix di touchpoint che portano traffico al canale.

Come adeguare la strategia di pubblicazione

Anche se YouTube prevede impatti minimi, il momento è utile per rivedere come e dove si posizionano le call to action. Inserire CTA chiare e visivamente integrate all’interno degli ultimi 5–10 secondi del video aiuta a ridurre l’effetto di overlay nascosti: un frame finale progettato per comunicare titolo del video successivo, invito all’iscrizione o richiesta di like/commento sarà visibile anche se lo spettatore decide di cancellare gli overlay. Parallelamente, i pinned comment e le schede (cards) restano canali efficaci per spostare traffico verso altri video o playlist, così come una descrizione ottimizzata con CTA posizionate in alto. Non bisogna dimenticare la watermark e le feature già a disposizione: YouTube conferma che creator possono continuare a inserire end screen e watermark, dunque vale la pena sperimentare diversi layout di end screen, più discreti o più integrati nel frame finale, e misurare con attenzione le variazioni di click-through rate (CTR) e abbonamenti.

Pro e possibili criticità

Il principale vantaggio è evidente: una visione meno invadente che tutela la fruizione del singolo fotogramma finale e risponde a richieste della community. Questo può migliorare la percezione della qualità del contenuto e ridurre le lamentele legate agli overlay che coprono dettagli importanti. Sul fronte opposto, per quei creatori che hanno fatto storicamente affidamento sugli end screen per guidare il traffico verso altri video o per incrementare iscrizioni, si apre la necessità di diversificare le tattiche di conversione. Infine, il fatto che la scelta sia per ora per-video e non impostabile come default significa che il comportamento degli spettatori resterà variabile e imprevedibile: alcuni continueranno a interagire con le end screen, altri le rimuoveranno, con conseguente aumento della variabilità nelle metriche.

Cosa monitorare nelle prossime settimane

I creator dovrebbero tenere sotto controllo in particolare tre indicatori: il tempo di visualizzazione (watch time), il CTR delle end screen e la provenienza delle nuove iscrizioni. Un confronto tra video con end screen più aggressive e video in cui la CTA è integrata nel frame finale offrirà dati concreti su cosa funziona meglio per il proprio pubblico. Inoltre, conviene monitorare il segmento mobile rispetto al desktop, dato che il test che ha prodotto il dato sull'1,5% è stato condotto su mobile tra marzo e luglio 2025.

Il pulsante "Hide" e la rimozione del subscribe hover rappresentano scelte mirate a rendere l’esperienza di visione più pulita e coerente con le richieste degli utenti. YouTube dichiara l’impatto sulle prestazioni come minimo, ma il cambiamento rimette nelle mani dei creator la responsabilità di comunicare le CTA nei punti del video che non siano vulnerabili a overlay nascosti. In breve: non è la fine delle end screen, ma è un buon momento per testare alternative e rafforzare le proprie call-to-action interne.

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