Video su LinkedIn: perché è il contenuto più potente per il B2B (e come usarlo al meglio)
- Matteo Sallustio
- 3 giorni fa
- Tempo di lettura: 3 min
Secondo il "B2B Marketing Benchmark 2024" di LinkedIn, il video è oggi il formato più utilizzato nel marketing B2B sulla piattaforma. E non solo: è anche quello su cui i brand intendono investire di più in futuro. Negli ultimi 12 mesi, la visualizzazione di video è cresciuta del 36% e la creazione di contenuti video ha registrato un incremento doppio rispetto ad altri formati. Questi numeri confermano una verità semplice: per chi lavora nel B2B, oggi non basta esserci su LinkedIn. Serve farsi vedere. E farlo nel modo giusto.

Il motivo del successo è chiaro: il video accorcia le distanze, racconta l'identità di un brand, coinvolge in modo diretto. E soprattutto, grazie all'intelligenza artificiale, ai tool di editing e a formati più semplici da produrre (come i selfie video), anche le piccole realtà possono creare contenuti efficaci senza grossi investimenti.
LinkedIn oggi supporta diverse modalità per integrare video: dai post organici alle video ads, dagli eventi live ai video generati dai dipendenti. A ognuno il suo formato, ma con una regola comune: la qualità conta.
Creatività, rapidità, mobile first: le 3 parole chiave del video B2B
Chi crea contenuti su LinkedIn deve pensare video in modo strategico. Questo vuol dire:
Essere creativi: non solo interviste frontali. Un dietro le quinte, una demo, una reazione a notizie del settore o un "how to" verticale possono ottenere più attenzione di un video patinato ma generico.
Essere veloci: la forza del mobile è nella rapidità. Un video fatto con lo smartphone e pubblicato in tempo reale può intercettare l'interesse legato a un evento o a una news.
Pensare mobile-first: il formato verticale (9:16) porta un +24% di CTR, mentre i video selfie aumentano l'engagement dell'11% (fonte: LinkedIn).
Le buone pratiche per non sprecare tempo e visibilità
Registrare video non basta. Serve attenzione a dettagli che fanno la differenza come la stabilità dell'immagine, la chiarezza dell'audio, i sottotitoli e l'editing.
Oggetti come un treppiede, microfoni esterni o cuffie sono un investimento minimo ma fondamentale che aiutano a creare contenuti di alta qualità. L'82% degli utenti guarda video senza audio. I sottotitoli aumentano l'accessibilità e la comprensione. Anche l'utilizzo di una semplice app come Capcut o Canva (ora con sezione dedicata a LinkedIn) permette di migliorare qualità e ritmo. E soprattutto, attenzione ai primi 6 secondi: sono quelli decisivi per trattenere lo spettatore.
Criticità da non sottovalutare (e come superarle)
Nonostante il potenziale, ci sono ostacoli:
Sovraccarico di contenuti: sempre più brand puntano sui video. È quindi fondamentale differenziarsi per tono, formato o idea.
Durata eccessiva: oltre i 2 minuti l'engagement cala drasticamente, specie con un pubblico B2B senior. I video vanno pensati per essere brevi, chiari e d'impatto.
Scarsa coerenza visiva: cambiare formato (orizzontale/verticale) all'interno dello stesso video è un errore che penalizza la fruibilità.
Il futuro del B2B è (anche) video
Il video su LinkedIn non è solo una moda, ma un canale strategico per chi vuole costruire autorevolezza, engagement e visibilità nel mondo B2B. A patto di farlo bene: con creatività, tempestività e attenzione all'esperienza utente.
Se sei un creator o un professionista del marketing, è il momento di ripensare la tua strategia video. LinkedIn offre spazio e strumenti: il resto lo fanno le idee.
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