Influencer marketing nel mondo: perché i brand investono sui creator?
- Matteo Sallustio
- 17 giu
- Tempo di lettura: 2 min
L’influencer marketing è il centro della strategia
Il 2025 sarà l'anno in cui, per la prima volta, i ricavi pubblicitari generati da contenuti creati dagli utenti supereranno quelli da contenuti professionali. Un cambio di paradigma che riflette una realtà sempre più concreta: oggi i brand vedono nei content creator un investimento più efficace e meno costoso rispetto alla pubblicità tradizionale. Secondo Statista, l'influencer marketing crescerà del 36% tra il 2024 e il 2025, raggiungendo quota 33 miliardi di dollari.
Le aziende tagliano i costi ma aumentano la spesa sui creator
In un contesto economico complesso, dove i budget pubblicitari sono sotto pressione, i brand stanno riallocando le risorse: meno TV, più creator. Il CEO di Unilever, Fernando Fernandez, ha annunciato che assumerà 20 volte più influencer rispetto al passato, portando il 50% del budget pubblicitario sui social (era il 30%). Il motivo? Le persone diffidano dei brand, ma si fidano delle persone.
I micro-influencer conquistano la Gen Z
Con un potere di spesa globale di 450 miliardi di dollari, la Gen Z richiede contenuti autentici. I micro-influencer (10-100k follower) sono perfetti per questo target: sono percepiti come genuini, competenti e vicini al pubblico. È la nuova forma di fiducia digitale. Come ha dichiarato Jay Sinha (Temple University): "I micro-influencer esercitano una grande influenza sui giovani digitalmente scettici".
Anche i big dell'advertising investono nel settore
Publicis Groupe ha acquistato Influential, la più grande società di influencer marketing al mondo, e BR Media Group, attiva con l'80% dei top influencer in America Latina. Per i colossi dell'advertising è chiaro: senza acquisire competenze nei creator, si rischia di restare indietro. È una corsa all'integrazione, al controllo e alla specializzazione.
Creatività, rapidità e rischio calcolato
Uno dei vantaggi dell'influencer marketing? La rapidità. Rispetto ai canali tradizionali, le campagne con i creator sono flessibili, adattabili e meno costose. Il rischio? È tutto nel contenuto: se qualcosa va storto, il danno reputazionale arriva subito. Lo sa bene Adidas, costretta nel 2022 a interrompere pubblicamente la collaborazione con Kanye West.
Il futuro: creator umani o AI?
L'ultima frontiera sono gli influencer generati dall'Intelligenza Artificiale. Già presenti su TikTok, Instagram e persino OnlyFans, queste entità offrono controllo totale e nessuno scheletro nell'armadio. Meta, ad esempio, punta sull'automazione completa degli annunci con AI per testi, immagini, targeting. Ma sarà davvero efficace come l'autenticità umana?
L'influencer marketing non è più un'aggiunta alle strategie di comunicazione, ma il cuore pulsante. Per creator e brand, è il momento di cogliere l'opportunità e capire come costruire partnership autentiche, strategiche e sostenibili.
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