Instagram ora ti lascia ricondividere qualsiasi Storia pubblica
- Matteo Sallustio

- 6 giorni fa
- Tempo di lettura: 6 min
Instagram ha introdotto una nuova funzione che può cambiare in profondità il modo in cui i contenuti si muovono sulla piattaforma: la possibilità di ricondividere qualsiasi Storia pubblica direttamente nelle proprie Stories, anche quando non si è stati taggati nel contenuto originale. In pratica, mentre prima potevi rilanciare in Storia solo i contenuti in cui il tuo account era menzionato, ora puoi usare il pulsante di aggiunta per condividere nel tuo flusso qualsiasi Storia pubblicata da un profilo pubblico, con attribuzione automatica all’autore.
Questa novità si inserisce nella stessa logica che ha portato alla nascita dei repost per post e Reels nel feed: Instagram vuole rendere la condivisione interna più semplice e tracciabile, riducendo al minimo screenshot, download e re-upload manuali. Al centro resta sempre un principio chiaro: il contenuto originale deve essere visibile e il creator deve ricevere credito diretto.

Dal modello basato sui tag a una distribuzione aperta
Fino a ieri, la catena di distribuzione delle Stories era relativamente chiusa. Se un brand ti taggava, potevi condividere la sua Storia nelle tue; se non ti taggava, l’unica strada era ricorrere a soluzioni non ufficiali, spesso poco eleganti e difficili da misurare. Con il reshare delle Stories pubbliche, invece, la logica cambia: ogni Storia pubblica diventa potenzialmente ricondivisibile da chiunque la veda.
È un salto che va oltre la semplice comodità d’uso. Instagram sta costruendo un sistema di distribuzione in cui il contenuto viaggia in modo nativo dentro la piattaforma, senza passare da app di terze parti o workaround. Chi crea ha più possibilità di farsi amplificare dalla propria community, chi guarda ha un modo più immediato per dire “questo vale la pena di essere visto anche dai miei follower”.
Per i creator significa che ogni Storia pubblica può trasformarsi in un asset di distribuzione: non solo un contenuto a tempo, ma un potenziale “segnale” che può essere rilanciato da altri profili, costruendo reach aggiuntiva senza costi media.
Perché questa funzione è strategica per creator e brand
Dal punto di vista di creator e brand, la nuova funzione non è solo un dettaglio tecnico, ma uno strumento di distribuzione vera e propria. Se chiedi esplicitamente alla community di ricondividere le tue Stories, puoi trasformare ogni contenuto in un piccolo hub di passaparola nativo. Un tutorial, un annuncio di lancio, una promo limitata, una call per la newsletter: tutto può essere ricondiviso in pochi tap, mantenendo il collegamento diretto al tuo profilo.
Il vantaggio principale è la combinazione tra facilità d’uso e attribuzione. Il reshare delle Stories mantiene il nome del creator originale ben visibile, riducendo la tentazione di scaricare il contenuto e ripubblicarlo come se fosse proprio. In un contesto in cui la creator economy si regge sulla riconoscibilità e sulla paternità dei contenuti, questo dettaglio non è banale.
Per i brand, la funzione apre anche scenari interessanti sul fronte dell’user generated content. Se un utente crea una Storia spontanea su un prodotto o su un evento e ha un profilo pubblico, il brand può ricondividerla direttamente, mantenendo un flusso di contenuti autentici e social proof in tempo reale, senza dover chiedere per forza uno specifico tag iniziale. Resta comunque fondamentale muoversi con buon senso e rispetto delle linee guida legali e di trasparenza, soprattutto quando il contenuto ha natura commerciale.
La battaglia di Instagram contro gli aggregatori di contenuti
Questa mossa sulle Stories non arriva in un vuoto. Da tempo Instagram sta spingendo in modo deciso sull’originalità, penalizzando gli account che si limitano ad aggregare contenuti altrui senza aggiungere valore. Le modifiche all’algoritmo annunciate negli ultimi anni vanno tutte nella direzione di premiare chi crea e di ridurre la visibilità degli aggregator che vivono di repost non trasformativi.
Il reshare nativo delle Stories si inserisce in questa cornice. Da un lato rende più semplice ricondividere i contenuti nel modo “giusto”, mantenendo chiaro chi è l’autore e da dove arriva il contenuto. Dall’altro lato, può ridurre l’attrattiva dei profili che costruiscono la propria crescita solo su download, crop e re-upload di Storie altrui, spesso staccando completamente il contenuto dal creator originale.
In pratica, Instagram sta costruendo una distinzione sempre più netta tra due tipi di condivisione: quella nativa, che mantiene l’attribuzione e rafforza il profilo del creator, e quella non nativa, che tende a sparire dalle aree di raccomandazione e a perdere peso all’interno dell’algoritmo. Per chi crea contenuti originali, è una buona notizia: ogni ricondivisione diventa un segnale in più a favore del tuo profilo, non un’occasione persa a vantaggio di un account vetrina.
Il reshare delle Stories in una strategia da creator
Per un creator, questa funzione non è solo un plus da conoscere, ma uno strumento da integrare nel piano editoriale. Il primo passo è progettare Storie pensate per essere ricondivise: formati chiari, messaggi leggibili anche quando vengono visti fuori contesto, creatività che comunica in pochi secondi perché vale la pena rilanciarla.
Puoi ad esempio costruire template ricorrenti: una serie di Storie “condividi se sei d’accordo”, formati di opinione forte, checklist sintetiche, reminder utili per il tuo pubblico. Più il messaggio è identificabile e più aumenta la probabilità che la community senta il desiderio di farlo proprio e riproporlo alle proprie cerchie.
Per i brand e per i creator che collaborano con le aziende, il reshare delle Stories può diventare parte integrante dei deliverable. Non solo: puoi iniziare a ragionare su campagne in cui l’obiettivo non è solo la copertura derivante dall’account principale, ma anche il numero di ricondivisioni da parte di fan, microcreator e partner. In questo senso, il reshare delle Stories si comporta come una leva organica che amplifica quello che già funziona.
Rischi, limiti e buone pratiche per non farti odiare
Come ogni funzione di distribuzione, anche il reshare delle Stories porta con sé il rischio di abuso. Se inizi a ricondividere qualsiasi cosa solo per riempire il tuo profilo, il risultato è prevedibile: rumore, perdita di identità editoriale e stanchezza da parte dei follower. Per un creator, il feed di Stories deve restare coerente con il proprio posizionamento: ogni contenuto ricondiviso dovrebbe rafforzare il racconto del tuo brand personale, non diluirlo.
Vale anche il contrario: se i tuoi contenuti diventano eccessivamente autoreferenziali nella richiesta di reshare, il rischio è di sembrare più interessato alle metriche che al valore reale che stai offrendo. La chiave è trovare un equilibrio tra call to action esplicite ("se ti è utile, condividilo nelle tue Storie") e contenuti talmente rilevanti da spingere alla ricondivisione in modo spontaneo.
Sul fronte della privacy, resta cruciale ricordare la distinzione tra profili pubblici e privati. La funzione è pensata per i contenuti pubblici, ma questo non significa che ogni Storia debba diventare automaticamente condivisibile in modo indiscriminato nella tua strategia. Se lavori con community particolarmente sensibili, creator vulnerabili o temi delicati, è importante valutare caso per caso che tipo di contenuti spingere verso la ricondivisione di massa.
Una nuova infrastruttura di distribuzione
La possibilità di ricondividere qualsiasi Storia pubblica è solo l’ultimo tassello di una trasformazione più ampia: Instagram sta diventando sempre più una piattaforma in cui i contenuti viaggiano attraverso reti di relazioni e raccomandazioni, più che tramite la semplice pubblicazione sul proprio profilo.
Per creator e brand questo significa una cosa semplice ma cruciale: non basta più pensare a cosa pubblichi, devi pensare a quanto il tuo contenuto è “condivisibile” dentro l’ecosistema nativo della piattaforma. Se un post o una Storia è progettata per essere ricondivisa, commentata, citata e ripresa, hai più probabilità di intercettare pubblici che oggi non ti seguono ancora.
In un contesto in cui solo una parte minoritaria degli utenti pubblica attivamente, mentre la maggioranza osserva, reagisce e condivide, funzioni come il reshare delle Stories diventano ponti tra chi crea e chi amplifica. Il compito di creator, influencer e marketer è capire come usarli in modo strategico, proteggendo al tempo stesso la qualità del proprio racconto e la relazione con la community.
Alla fine, la domanda da farsi non è solo “come faccio a sfruttare questa novità per crescere?”, ma anche “che tipo di contenuti meritano davvero di essere ricondivisi dalla mia community?”. La risposta a questa domanda farà la differenza tra un uso opportunistico della funzione e una strategia solida, capace di costruire valore nel tempo.



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