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LinkedIn migliora le analitiche dei post

  • Immagine del redattore: Matteo Sallustio
    Matteo Sallustio
  • 2 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

LinkedIn ha annunciato un aggiornamento importante delle analitiche disponibili per i post pubblicati dagli utenti. L’obiettivo è chiaro: fornire ai creator e ai professionisti nuovi strumenti per capire meglio come i loro contenuti stanno generando engagement e portando risultati concreti. Un passo ulteriore nella strategia della piattaforma per attrarre sempre più voci autorevoli e contenuti di valore, in un momento storico in cui sempre più utenti guardano a LinkedIn come alternativa solida a X per le conversazioni professionali.

tiktok analitiche

Più dati, più controllo: cosa cambia

Le nuove sezioni introdotte nel pannello “Post Analytics” sono due: “Profile Activity” e “Link Engagement”. La prima mostra quante persone hanno visitato il tuo profilo o ti hanno seguito dopo aver visto un tuo post. La seconda rivela quanti clic ha generato il pulsante CTA Premium (per chi ha un abbonamento Business), come ad esempio quello verso un sito web o una newsletter.

Come ha spiegato LinkedIn: “Sentiamo spesso dire dai nostri utenti che vogliono capire meglio come i professionisti interagiscono con i loro contenuti oltre a like e visualizzazioni. Da oggi, sarà possibile sapere se un post ha portato a visite al profilo, nuovi follower e clic su link personalizzati”.

Per i creator, questo significa una maggiore chiarezza su quali contenuti stanno funzionando davvero, non solo in termini di engagement superficiale, ma anche di azioni concrete da parte degli utenti. La novità riguarda tutti gli utenti per quanto riguarda i dati di visualizzazione e follower, mentre la sezione sui clic è riservata agli abbonati Premium.

Un’occasione per creator e marketer

Questo aggiornamento si inserisce nel più ampio piano di LinkedIn per diventare un punto di riferimento per i creator, con incentivi alla pubblicazione di contenuti esclusivi e possibilità di monetizzazione per i top voice. L’introduzione di dati più granulari rappresenta un’opportunità concreta per chi crea contenuti con costanza e vuole ottimizzare la propria strategia.

In un ecosistema dove ogni piattaforma cerca di fidelizzare i creator, LinkedIn punta sulla professionalità e sull’impatto reale dei contenuti. Avere a disposizione questi nuovi indicatori permette di capire cosa attira davvero l’interesse del pubblico e come trasformare un contenuto in uno strumento di crescita.

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Resta da capire quanto questi dati saranno davvero sfruttati dagli utenti meno esperti. Il rischio è che solo i creator più strutturati sappiano interpretare correttamente queste informazioni e tradurle in azioni strategiche. Inoltre, l’esclusività di alcune metriche per gli utenti Premium potrebbe creare una divisione tra chi ha accesso completo e chi no.

In ogni caso, il trend è chiaro: LinkedIn vuole diventare sempre più uno spazio per chi lavora con i contenuti e ha bisogno di strumenti avanzati per crescere. E questa mossa conferma l’intenzione di competere anche nel campo della content creation.

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