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TikTok ti fa scegliere quanta AI vuoi nel feed

  • Immagine del redattore: Matteo Sallustio
    Matteo Sallustio
  • 3 giorni fa
  • Tempo di lettura: 6 min

TikTok non è più solo la casa dei contenuti “girati col telefono”. Sempre più video che finiscono nel feed “Per Te” sono generati o potenziati dall’intelligenza artificiale: video storici ricreati con AI, visual per raccontare gossip o celebrità, clip interamente sintetiche. Nel frattempo altri player come Meta e OpenAI hanno spinto ancora oltre, con feed pensati solo per contenuti AI: Meta ha lanciato Vibes, un flusso dedicato a brevi video generati dall’AI, mentre OpenAI ha presentato Sora, piattaforma per la creazione e condivisione di video AI-first. In questo contesto TikTok sceglie una strada diversa: non un feed separato, ma un controllo che permette agli utenti di decidere quanta AI vogliono vedere. Per creator e brand significa dover ripensare il rapporto tra creatività, AI e percezione di autenticità.

Il nuovo controllo AIGC in “Manage Topics”

La novità principale è un nuovo controllo dedicato ai contenuti generati dall’AI (AIGC) all’interno della sezione “Manage Topics” dell’app. Questa funzione già oggi consente alle persone di regolare la frequenza con cui vedono categorie come Dance, Sport, Food & Drinks. Ora tra queste opzioni compare anche la voce legata ai contenuti AI. L’utente può entrare nelle Impostazioni, aprire “Content Preferences”, selezionare “Manage Topics” e spostare il cursore associato all’AI per decidere se vedere più o meno contenuti generati dall’intelligenza artificiale nel feed “Per Te”. L’obiettivo dichiarato non è rimuovere l’AI da TikTok, ma permettere alle persone di personalizzare meglio il mix: chi ama i video di storia ricreati con l’AI può alzare il livello, chi è stanco di vedere filtri e deepfake può ridurlo. Per i creator, questo significa che la loro visibilità non dipenderà solo dall’algoritmo, ma anche dalle preferenze esplicite del pubblico rispetto all’AI.

Tiktok AI

Può influenzare l’algoritmo e la reach dei creator?

TikTok non entra nei dettagli tecnici dell’algoritmo, ma è chiaro che il nuovo controllo AIGC diventerà un segnale importante nel sistema di raccomandazione. Se una quota rilevante di utenti imposterà “meno AIGC”, i contenuti percepiti come troppo artificiali potrebbero finire con l’avere una reach più limitata su parte dell’audience. Al contrario, chi produce format AI-heavy per una nicchia che li apprezza potrebbe addirittura beneficiare del nuovo slider, perché gli utenti più interessati a questi contenuti potranno dichiararlo apertamente. In pratica, creator e brand che usano l’AI dovranno lavorare su due fronti: da un lato mantenere un livello di qualità e storytelling tale da non sembrare contenuti generati “in massa”, dall’altro capire se il proprio pubblico è più “AI-curioso” o “AI-stanco”, adeguando di conseguenza mix creativo e frequenza delle produzioni AI.

Etichette, C2PA e watermark invisibili

Parallelamente al controllo nel feed, TikTok sta rafforzando il sistema di etichettatura dei contenuti generati dall’AI. La piattaforma già oggi richiede che i creator etichettino i contenuti realistici creati con l’AI e utilizza strumenti interni di rilevamento, oltre a una tecnologia cross-industry: i Content Credentials sviluppati dal consorzio C2PA. Questi metadati vengono incorporati nei file e permettono a TikTok e ad altre piattaforme che supportano C2PA di riconoscere se un contenuto è stato generato dall’AI. Grazie a questa combinazione di auto-etichettatura, detection e metadati condivisi, TikTok dichiara di aver già applicato etichette a oltre 1,3 miliardi di video. Il problema è che, una volta che un contenuto viene scaricato, modificato e ricaricato altrove, i metadati possono andare persi. Ed è qui che entra in gioco la nuova fase: l’introduzione del cosiddetto “invisible watermarking”.

Watermark invisibili e perché contano per chi crea con l’AI

I watermark invisibili sono marcature digitali incorporate nel contenuto in modo non visibile ma leggibile dai sistemi TikTok. A differenza delle etichette o dei metadati standard, che possono essere rimossi quando un video viene editato o convertito, questi watermark sono progettati per resistere meglio alle manipolazioni e non possono essere letti o eliminati facilmente da terzi. Nei prossimi mesi TikTok inizierà ad applicare watermark invisibili ai contenuti generati con i propri strumenti, come AI Editor Pro, e ai video caricati che portano con sé i Content Credentials C2PA. Questo doppio strato (watermark TikTok + metadati C2PA) dovrebbe rendere più affidabile l’identificazione dei contenuti AI nel tempo, anche quando vengono rielaborati. Per creator e brand che lavorano con l’AI significa due cose: maggiore probabilità che il contenuto venga correttamente riconosciuto come AIGC e, allo stesso tempo, più contesto per TikTok su come e quanto il contenuto è stato modificato lungo il percorso.

Impatto pratico per creator, influencer e marketer

Per i professionisti della content creation questa evoluzione non è solo tecnica, ma strategica. I creator che usano l’AI per visual, effetti o intere scene dovranno abituarsi a un ecosistema dove la trasparenza non è opzionale: l’etichettatura diventa parte integrante del processo creativo. Questo può rafforzare la fiducia con il pubblico, specialmente dove i confini tra realtà e finzione sono sottili, ma richiede anche attenzione in fase di produzione e pubblicazione. I brand che investono in campagne AI-driven dovranno considerare l’effetto del nuovo controllo AIGC sulla distribuzione: contenuti percepiti come troppo sintetici potrebbero performare meglio in nicchie super interessate e peggio in audience più generaliste. Allo stesso tempo, watermark e Content Credentials possono diventare una forma di tutela: da un lato difendono i brand da possibili manipolazioni non autorizzate dei loro asset, dall’altro facilitano il tracciamento di eventuali abusi di immagine o di format.

Il fondo da 2 milioni di dollari per l’AI literacy

TikTok non si ferma agli strumenti di controllo e all’infrastruttura tecnica. La piattaforma ha annunciato un fondo da 2 milioni di dollari dedicato alla “AI literacy”, destinato a esperti e organizzazioni, come GirlsWhoCode, che produrranno contenuti in feed “For You” per spiegare l’AI, i suoi rischi e le sue opportunità. L’iniziativa coinvolge oltre 20 esperti in più mercati nel mondo e mira a rendere l’educazione all’AI qualcosa che le persone incontrano direttamente nel loro feed, non solo in contesti accademici o iper-specialistici. Per creator e marketer verticali su educazione digitale, tech e sicurezza online questa è un’opportunità: l’AI non è più solo un tema di tendenza, ma un ambito in cui TikTok investe direttamente risorse economiche e visibilità. Essere tra le voci autorevoli che spiegano l’AI in modo accessibile può diventare un asset di posizionamento forte nel medio periodo.

Collaborazioni di settore e standard condivisi

TikTok ha anche annunciato nuove collaborazioni e un ruolo più attivo all’interno di organismi come la Partnership on AI, entrando in comitati dedicati al rapporto tra AI, aziende e connessioni umane. La piattaforma è membro fondatore del Framework for Responsible Practices for Synthetic Media, con cui condivide pubblicamente gli aggiornamenti sulle proprie pratiche. Per il singolo creator italiano può sembrare un tema lontano, ma in realtà questi standard finiscono per tradursi in policy concrete: linee guida sui contenuti sintetici, regole contro deepfake dannosi, aspettative chiare su disclosure e trasparenza. Chi lavora oggi con l’AI su TikTok si muove in uno spazio che non è più sperimentale e “selvaggio”, ma sempre più regolato da principi condivisi tra piattaforme, enti no profit e comunità di esperti.

Come ripensare la propria strategia contenuti su TikTok

Nel complesso, l’aggiornamento di TikTok allinea tre direzioni: più controllo per l’utente, più trasparenza per l’ecosistema, più investimento sull’educazione. Per i creator questo può tradursi in un vantaggio competitivo se l’AI viene usata in modo consapevole per potenziare narrazione, qualità visiva e produttività, senza perdere la voce personale e la coerenza del brand. Il rischio, invece, è quello di appiattirsi su trend di contenuti generati in serie, finendo dentro la categoria di video che gli utenti potrebbero voler ridurre con il nuovo slider AIGC. La sfida, soprattutto per chi lavora nel marketing e nella creator economy, sarà costruire format ibridi dove l’AI è un acceleratore, storyboard, montaggi, effetti, visual complessi, ma la progettazione, il tono e il punto di vista restano profondamente umani. In un feed che ti chiede esplicitamente “quanta AI vuoi vedere?”, a fare la differenza non sarà solo la tecnologia che usi, ma come la usi.

Prepararsi alla prossima fase dell’AI su TikTok

Il messaggio implicito dietro questi annunci è chiaro: l’AI resterà centrale su TikTok, ma dovrà essere riconoscibile, regolata e comprensibile. I creator, gli influencer e i marketer che iniziano fin da ora a etichettare correttamente i contenuti, a monitorare come il pubblico reagisce ai video AI e a studiare gli strumenti come AI Editor Pro, Smart Split e AI Outline avranno un vantaggio competitivo quando queste logiche diventeranno standard in tutto il settore. È il momento giusto per rivedere la propria strategia, sperimentare format che integrano AI e trasparenza e intercettare la domanda crescente di contenuti che aiutano a “capire” l’AI, non solo a consumarla passivamente.

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