YouTube e pubblicità scomode: cosa possono fare davvero i creator per evitarle
- Matteo Sallustio
- 13 giu
- Tempo di lettura: 2 min
Nei giorni scorsi, alcuni utenti hanno segnalato la presenza su YouTube di spot sponsorizzati dal governo israeliano, volti a promuovere un'immagine positiva delle operazioni nella Striscia di Gaza. I video, diffusi in diverse lingue, utilizzano voce generata da intelligenza artificiale e mostrano civili sorridenti e aiuti umanitari in arrivo, mentre numerose organizzazioni umanitarie e testimonianze sul campo parlano di crisi e carestia.
Anche se si tratta di annunci pubblicitari esterni, molti creator si sono chiesti: "Posso fare qualcosa per evitare che certi messaggi passino sui miei contenuti?".
La risposta è sì, ma con dei limiti precisi.

Come funziona davvero la pubblicità su YouTube
Quando attivi la monetizzazione del tuo canale YouTube attraverso il Programma Partner (YPP), è Google AdSense a gestire quali annunci vengono mostrati. Il sistema seleziona automaticamente gli spot in base a diversi fattori: contenuto del video, pubblico di riferimento, offerte degli inserzionisti. Questo significa che, di default, non hai il pieno controllo su ogni singolo spot visualizzato nei tuoi video.
Tuttavia, esistono strumenti messi a disposizione da Google e YouTube per limitare o bloccare alcune categorie di pubblicità. Conoscerli e usarli consapevolmente è fondamentale se vuoi tutelare la tua credibilità.
Bloccare le pubblicità indesiderate: cosa puoi fare davvero
Dal pannello di controllo di AdSense, sezione "Brand safety", puoi bloccare intere categorie sensibili come politica, religione, farmaci, gioco d’azzardo, alcol e contenuti per adulti. In alternativa, puoi inserire dei singoli URL da escludere, ad esempio se noti uno specifico sito o marchio poco coerente con i tuoi valori.
Recentemente, YouTube ha introdotto anche il blocco delle categorie pubblicitarie direttamente dal Creator Studio (Impostazioni > Monetizzazione). Qui puoi agire a livello di canale, semplificando la gestione soprattutto per chi non è pratico di AdSense.
Un'altra possibilità concreta è la gestione dei formati pubblicitari: puoi scegliere se attivare o meno i pre-roll, mid-roll, post-roll o bumper ads, e decidere se farli posizionare automaticamente o manualmente. YouTube ora segnala anche se l’interruzione a metà video potrebbe disturbare l’esperienza utente, suggerendo modifiche.
Guadagno vs reputazione: un equilibrio da trovare
Bloccare categorie troppo ampie può però ridurre le entrate pubblicitarie.
Meno inserzionisti = meno competizione per lo spazio = CPM più bassi. Per questo motivo, è importante valutare strategicamente cosa bloccare in base al proprio pubblico e alla propria nicchia.
Ad esempio, se parli a una community giovane, escludere spot di alcol o scommesse può rafforzare la tua brand reputation. Se hai un canale educativo, evitare politica e religione può proteggerti da polemiche e commenti negativi.
Come sottolinea anche il team di supporto AdSense, la monetizzazione non deve compromettere la coerenza editoriale: “I creator sono liberi di scegliere quali categorie escludere. È una decisione che può influire sui ricavi, ma anche sulla relazione con il proprio pubblico.”
Scegliere, monitorare, adattare
Il caso degli spot sul conflitto a Gaza è un esempio estremo, ma mostra chiaramente quanto sia importante che ogni creator conosca gli strumenti per gestire la propria monetizzazione. Non si tratta solo di numeri, ma di responsabilità editoriale e reputazione.
Il consiglio è di esplorare le impostazioni offerte da YouTube e AdSense, testare l’impatto di eventuali blocchi, e adattare le proprie scelte in base all’evoluzione del canale e della community.
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